Il termine graal designa in francese antico una coppa o un piatto e probabilmente deriva dallatino medievale gradalis, con il significato di "piatto", o dal greco ("vaso"). In particolare secondo la tradizione medievale il Graal la coppa contenente il sangue di Ges Cristoutilizzata nell'Ultima Cena. Proprio per aver raccolto il sangue di Ges, tale oggetto sarebbe dotato di misteriosi poteri mistico-magici. In altre culture si identifica il medesimo oggetto con lo stesso nome. Per esempio il Graal associato al calderone dei Dagda, un antico talismanodella civilt celtica.
Alcune tradizioni, invece, raccontano che Set, terzo figlio di Adamo ed Eva, torn nel Paradiso Terrestre in cerca di una cura per il padre moribondo, ed ottenne da Dio una medicina capace di curare qualsiasi male, simboleggiante il fatto che Dio non ci avrebbe mai dimenticati.
Altre tradizioni, ancora, affermano che il 'graal fu una pietra caduta dalla corona di Lucifero, staccatasi precisamente nello scontro fra gli angeli del bene e del male, e cadde sulla Terra.
Lo sviluppo della leggenda del Graal stato tracciato in dettaglio dagli storici culturali: sarebbe una leggenda orale gotica, derivata forse da alcuni racconti folcloristici precristiani e trascritta in forma di romanzo tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo. Gli antichi racconti sul Graal sarebbero stati imperniati sulla figura di Percival e si sarebbero poi intrecciati con il ciclo arturiano.
Il mito del calice o piatto di Ges Cristo affonda le sue radici in epoche remote antecedenti al medioevo. La fonte di questa credenza Jacopo da Varagine, il quale nel 1260 circa, racconta nella Legenda Aurea che durante la prima Crociata (del 1099), i Genovesi trovarono il calice usato nell'Ultima Cena.
Uno dei primi reperti a cui si attribu la leggenda, poi detta "del Graal", fu quello che ad oggi viene chiamato il Sacro Catino, ovvero il piatto o calice utilizzato da Ges nell'Ultima Cena; si tratta di un vaso, intagliato in una pietra verde brillante e traslucida, recuperato dal condottiero della Repubblica di Genova Guglielmo Embriaco Testadimaglio dalla Terrasanta, quando al fianco di Goffredo di Buglione contribu in maniera decisiva alla caduta di Gerusalemme. Re Baldovino fece scrivere sopra la porta del Santo Sepolcro: Praepotens Genuensium Praesidium, a ricordo della incredibile impresa dei Genovesi e riport nel 1101 il reperto, che ancor oggi conservato al Museo del Tesorodella cattedrale di San Lorenzo a Genova.
Le origini del Graal letterario possono invece essere ricondotte ad antiche saghe celtiche intorno ad un eroe viaggiatore che si ritrova in un "altro mondo", su un piano magico parallelo al nostro. In questi racconti il Graal era semplicemente un piatto o coppa, come l'inesauribilecornucopia greco-romana, presentato per significare la natura mistica dell'altro mondo.
Lo sviluppo di ci che attualmente si conosce come "ciclo" del Graal stato tracciato in dettaglio dalla ricerca storiografica: il nucleo deriverebbe da una leggenda orale gotica, derivata forse da alcuni racconti folcloristici precristiani e trascritta in forma di romanzo tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII secolo. Gli antichi racconti sul Graal sarebbero stati imperniati sulla figura di Percival e si sarebbero poi intrecciati con il ciclo arturiano. I romanzi del Graal furono originariamente scritti in francese e successivamente tradotti nelle altre lingue europee, senza l'aggiunta di nuovi elementi.
Fu solo dopo che il ciclo dei romanzi del Graal si fu costituito che il Graal venne identificato con la coppa dell'ultima cena di Ges Cristo, collegando l'etimologia dei termini francesi san greal ("Sacro Graal") e sang real ("sangue reale").
Il Graal appare per la prima volta sotto forma letteraria nel Perceval ou le conte du Graal di Chrtien de Troyes (XII secolo). In questo racconto il Graal non viene mai definito "sacro" e non ha niente a che vedere col Calice che avrebbe contenuto il sangue di Cristo. Non si sa neppure di preciso che forma abbia perch Chrtien, descrivendo il banchetto nel castello del Re Pescatore, dice semplicemente che «un graal antre ses deus mains / une dameisele tenoit» (un graal tra le sue due mani / una damigella teneva) e descrive le pietre preziose incastonate nell'oggetto d'oro. Il Graal viene citato di nuovo in una delle scene finali, quella in cui un eremita rivela a Perceval che il Graal porta al padre del Re Pescatore un'ostia, nutrimento spirituale (secondo alcuni per questa scena potrebbe essere un'aggiunta spuria[1]).
Una successiva interpretazione del Graal quella che si trova nel Parzival diWolfram von Eschenbach, secondo il quale il Graal sarebbe una pietra magica (lapis exillis) che produce ogni cosa che si possa desiderare sulla tavola in virt della sua sola presenza.
Fu Robert de Boron, nel suo Joseph d'Arimathie composto tra il 1170 ed il 1212, ad aggiungere il dettaglio che il Graal sarebbe la coppa usata nell'Ultima Cena, nella quale Giuseppe di Arimatea avrebbe poi raccolto le gocce di sangue del Cristo sulla croce. Giuseppe avrebbe poi portato la coppa nelle Isole britanniche e l fondato la prima chiesa cristiana. La cristianizzazione della leggenda del Graal proseguita dalla Queste del Saint-Graal, romanzo anonimo scritto verso il 1220, probabilmente da un monaco, che fa del Graal la Grazia divina.
Vari cavalieri intrapresero la ricerca del Graal in racconti annessi al ciclo arturiano. Alcuni di questi racconti presentano cavalieri che ebbero successo, come Percival o Galahad; altri raccontano di cavalieri che fallirono nell'impresa per la loro impurit, come Lancillotto. Nell'opera di Wolfram, il Graal fu messo in salvo nel castello di Munsalvaesche (mons salvationis) o Montsalvat, affidato a Titurel, il primo re del Graal. Alcuni hanno identificato il castello con il Monastero di Montserrat in Catalogna.
La leggenda del Graal riportata anche in racconti popolari gallesi, dei quali il Mabinogion il pi vecchio dei manoscritti sopravvissuti (XIII secolo). Esiste anche un poema inglese Sir Percyvelle del XV secolo. In seguito le leggende di re Art e del Graal furono collegate nel XV secolo da Thomas Malory nel Le Morte d'Arthur (anche chiamato Le Morte Darthur) che diede al corpus della leggenda la sua forma classica.
Secondo il racconto dei Vangeli sinottici (Matteo 26,26-29; Marco 14,22-25; Luca 22,15-20), durante l'Ultima Cena Ges prese il pane, lo spezz, lo diede ai suoi discepoli e disse: "Prendete e mangiatene tutti, questo il mio corpo offerto in sacrificio per voi"; poi prese il calice, rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: "Bevetene tutti, perch questo il mio sangue dell'alleanza versato per voi e per molti in remissione dei peccati".
Il giorno dopo, Venerd Santo, Ges fu crocifisso. Quando venne deposto dalla croce uno dei suoi discepoli, Giuseppe d'Arimatea, lo avvolse in un lenzuolo e lo port nella tomba di famiglia che si era da poco fatta costruire l vicino. Robert de Boron, autore del Roman dou l'Estoire de Graal ou Joseph d'Arimathie (secolo XIII) aggiunge a queste vicende un episodio che non compare n nei vangeli canonici n negliapocrifi[2]: mentre il corpo di Ges veniva lavato e preparato per essere sepolto, alcune gocce di sangue uscirono dalla ferita infertagli dal centurione; Giuseppe le raccolse nella stessa coppa che era servita per la consacrazione dell'Ultima Cena. Giuseppe lasci poi la Palestina e si rifugi in Britannia[3] con il Sacro Graal, raggiungendo la valle di Avalon (identificata gi con Glastonbury) che sarebbe diventata il primo centro cristiano oltre la Manica.
Il racconto del Re Pescatore riguarda un re zoppo la cui ferita alla gamba rende la terra sterile. L'eroe (Gawain, Percival, o Galahad) incontra il re pescatore ed invitato ad una festa al castello. Il Graal ancora presentato come un vassoio di abbondanza ma anche parte di una serie di reliquie mistiche, che includono anche una lancia che stilla sangue (da alcuni interpretata come la Lancia di Longino) ed una spadaspezzata. Lo scopo delle reliquie di incitare l'eroe a porre domande circa la loro natura e quindi rompere l'incantesimo del re infermo e della terra infruttuosa, ma l'eroe invariabilmente fallisce nell'impresa .
La storia del Re pescatore ed il Graal fu pi tardi incorporata nel ciclo arturiano. In principio il racconto del re pescatore fu un episodio inserito prima dell'arrivo di Percival a Camelot, per poi evolvere in una esplicita ricerca del Graal da parte dei dodici cavalieri della Tavola Rotonda.
Molte tradizioni esoteriche hanno inteso sotto il nome Graal il simbolo della Conoscenza, della Sapienza, Tradizione Arcaica o Primordiale. Il Graal rappresenterebbe dunque la "Parola Perduta" cio quella conoscenza che doveva essere concessa all'"Uomo dell'Eden" ed il cui simbolo era rappresentato dall'Albero della Vita. In tale ottica le tradizioni esoteriche occidentali tracciano una breve storia del percorso che avrebbe subito il Graal da dopo la caduta edenica del genere umano fino ad arrivare all'Ultima Cena. Il Graal, caduto dalla fronte di Lucifero, perso da Adamo, recuperato da Seth e perso di nuovo, fu salvato durante il diluvio da No e successivamente fu utilizzato da Melchisedekper benedire Abramo e Sara. Dunque nuovamente fu posseduto da Mos e dai Patriarchi prima di scomparire nuovamente. Il Graal sarebbe stato poi recuperato da Veronica detta Serapia la quale lo consegn a Ges Cristo per celebrare l'Ultima Cena. Molte di queste informazioni, ormai diventate patrimonio comune della letteratura esoterica si trovano nelle Visioni della beata Anna Katharina Emmerickriportate dal Brentano.
Secondo una recente interpretazione il sacro Graal deriverebbe da "sang real", ovvero il sangue della discendenza di Ges, sposato con Maria Maddalena. La Maddalena, assieme ad altre donne citate nei vangeli, dopo la crocifissione sarebbe fuggita dalla Palestina su una barca per approdare in Provenza assieme al figlio avuto da Ges. Avrebbe poi risalito il Rodano raggiungendo la trib dei Franchi, che non sarebbero stati altro che i discendenti della trib ebraica di Beniamino nella diaspora. I Merovingi, i primi re dei Franchi, proprio a causa di questa origine avrebbero avuto l'appellativo di re taumaturghi, ovvero guaritori, per la loro facolt di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani, come il Ges dei vangeli.
Questa tesi si trova esposta nel best seller Il sacro Graal di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, un libro del 1982 che ha dato lo spunto a moltissimi altri testi sulla "linea di sangue del Graal" (tra cui il romanzo Il codice da Vinci), ma non suffragata da alcuna fonte storica a parte l'ovvia citazione della famosa leggenda medievale dello sbarco della Maddalena in Francia, resa popolare da Jacopo da Varazze nella Legenda Aurea.
La tesi nasce tra il 1969 e il 1970. Lincoln, un attore e documentarista inglese, entr in contatto con il trio de Chrisey - Plantard - de Sde (che avevano dato origine al controverso Priorato di Sion) e decise di riscrivere la storia de L'Or de Rennes in una forma pi adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l'aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh.
Lincoln si rese conto che a chi spettasse il titolo di pretendente al trono di Francia era di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), figura notissima di questo ambiente e autore di libri su astrologia, divinazione, profezie, tradizioni iniziatiche. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicato Jsus ou Le mortel secret des templiers [4], in cui sosteneva che Ges Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salom, una discepola citata nel vangelo di Tommaso, uno deivangeli gnostici ritrovati a Nag Hammadi. Lincoln fuse la narrazione del matrimonio di Ges ricavata da Ambelain con quella dei Merovingi di Plantard e «rivel» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di l della rivendicazione del trono di Francia, perch discendono da Ges Cristo e dalla Maddalena.[5] Anche l'appellativo di "re taumaturghi" risulta assai dubbio: in realt i Merovingi vennero chiamati "re fannulloni", mentre il primo accenno storico di re taumaturgo riferito a Enrico I di Francia, terzo re della terza dinastia di re francesi, i Capetingi, che si racconta guarisse la scrofola con l'imposizione delle mani.[6]
Una recente interpretazione (Sudbury - Il Graal dentro di noi - 2006) vede nel Graal un simbolo denso che si presenta come oggettivizzazione medioevale di concezioni morali di verit e giustizia, di probabile origine egizia. Partendo dalla concezione di von Eschenbach del Graal come pietra e ripercorrendo il cammino del simbolo-pietra nella tradizione occidentale (in particolare dellaMassoneria) e medio-orientale, possibile risalire, infatti, al nucleo tematico egizio legato agli attributi della dea Maat, solo successivamente integrati in ambito religioso giudeo-cristiano. Tale ipotesi originale attualmente al vaglio degli studiosi.
Recentemente lo storico Daniel Scavone ha avanzato l'ipotesi che il Graal fosse in realt la Sindone[7].
Egli ipotizza che la leggenda del Graal sia stata ispirata dalle frammentarie notizie giunte in Occidente di un oggetto legato alla sepoltura di Ges e che ne "conteneva" il sangue; queste notizie vennero poi forse fuse con le leggende preesistenti che parlavano di una coppa o un piatto.
A supporto di questa teoria Scavone nota che, secondo alcune fonti, il Graal offriva una particolare "visione" di Cristo nella quale egli appariva prima come bambino, poi via via pi grande, infine adulto: egli ipotizza che queste fonti riportassero, in modo impreciso, un rituale nel quale la Sindone veniva dispiegata gradualmente e la sua immagine era resa visibile, man mano che il rito procedeva, in misura sempre maggiore, fino ad essere mostrata nella sua interezza.
Inoltre, secondo le sue ricerche, la notizia secondo la quale Giuseppe d'Arimatea avrebbe raggiunto la Gran Bretagna deriverebbe da un'errata lettura della parola Britio, nome del palazzo reale di Edessa (dove, secondo molti storici, la Sindone si trovava tra il VI e il X secolo), che sarebbe stata fraintesa per Britannia.
Gi nel Medioevo esistono testimonianze relative al luogo dove sarebbe conservato il Graal. Le pi importanti sono:
In tempi moderni vi stata una fiorente speculazione sul luogo dove potrebbe essere custodito il Graal e sono state fatte varie ipotesi: